Le motivazioni del cane: desideri, capacità fisiche ed emotive

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motivazione cane

Nel cane, ad eccezione di alcune razze profondamente manipolate al fine di soddisfare esclusivamente dei puri e semplici canoni estetici imposti dal mercato (quindi da voi acquirenti), vi è una stretta connessione fra:

  • desiderio
  • capacità fisiche
  • capacità emotive

L’arousal nei cani

L’arousal, insieme alle emozioni e le motivazioni, determinano quello che nell’ambiente cinofilo viene definita come la “la trilogia” mentale del cane.

Quando effettuo una valutazione per capire quale percorso educativo, sportivo o di recupero comportamentale è il più adatto, sottopongo il cane a dei test che mi permettono di comprendere cosa ritiene interessante, cosa gli procura ansia e con quali emozioni affronterà le situazioni che la vita quotidiana gli porrà davanti.

La prima cosa che valuto è l’arousal. Ma cosa è esattamente?

  • è un termine inglese che viene anche utilizzato in neurologia e psicologia umana
  • è il livello temporaneo di attivazione emozionale.
  • è un concetto quantitativo (cioè misurabile)
  • è strettamente legato con la capacità di concentrazione e il livello di stress.

L’arousal è una condizione temporanea che si attiva quando una situazione lo richiede. Il soggetto, in questo caso il cane, in determinate condizioni ambientali viene sottoposto a stimoli che, in alcuni casi, possiamo definire intensi.

Gli stimoli che determinano questa risposta fisiologica possono essere:

  • interni, ovvero soggettivi
  • esterni, cioè ambientali e sociali

Le emozioni che possono essere collegate all’arousal sono:

  • paura
  • aggressività
  • eccitazione sessuale
  • comportamento predatorio

Il soggetto che in quel momento sta vivendo una situazione in cui sono coinvolte una o più emozioni fra quelle indicate, presenta un maggiore stato di vigilanza che gli permette di analizzare rapidamente la situazione e mettere in atto il comportamento che ritiene più appropriato in quel determinato momento: in genere attaccare o fuggire.

Comprendere il livello di arousal è fondamentale per un educatore cinofilo. Se lo stato di arousal è alto, non sarò in grado di poter insegnare nulla al cane perché la sua attenzione e il suo stesso organismo è tutto concentrato verso quello stimolo che ha aumentato il livello di eccitazione.

Se al contrario il livello di arousal è nella norma sarà tutto più facile perché avrò la sua massima attenzione.

Emozioni: I cani provano emozioni e con molta probabilità sono dotati, anche loro, di neuroni a specchio.

Cosa sono i neuroni a specchio?

Esempio: se qualcuno sorride, rispondiamo sorridendo a nostra volta. Questo comportamento è legato alla presenza nel nostro cervello dei neuroni a specchio.

Si ritiene che i neuroni a specchio siano stati responsabili all’evoluzione della nostra specie per la loro funzione nell’apprendimento sociale, noto anche come apprendimento per imitazione. L’ipotesi che si fa in questo momento è che anche nel cane siano presenti i neuroni a specchio che si attivano osservando le nostre azioni.

In termini pratici cosa significa?

Significa che i metodi educativi che scegliete, così come i vostri comportamenti, provocheranno analoghe risposte nel cane.

Quindi se i metodi scelti per l’educazione si basano su atteggiamenti coercitivi punitivi, questi non solo evocheranno nel cane timore e paura, ma potrebbero indurre il cane a mostrare comportamenti simili nei nostri confronti.

Tra l’altro quando il cane ha paura non apprende perché il suo stato emozionale, l’arousal, è tutto concentrato su come evitare il dolore, la punizione e rispondere a quella situazione con la fuga o l’attacco.

Nel nostro centro di addestramento Cane Campione si utilizzano metodi di educazione cinofila con approccio cognitivo. I nostri interventi fanno leva sulla comunicazione, la relazione con il proprietario e la gioia del cane nello svolgere compiti, tenendo sempre in mente che solo divertendosi il cane apprende! Quindi per insegnare un concetto al cane e ottenere delle adeguate risposte dovete imparare a capire le sue emozioni.

La motivazione del cane

La sola felicità non è però sufficiente a garantire il successo dell’apprendimento. È infatti importante conoscere le sue motivazioni e partire da quest’ultime per il programma di apprendimento.

Ma cos’è la motivazione? In due parole: bisogno e desiderio.

Elenco delle motivazioni

  • Cinestetica: bisogno di movimento
  • Perlustrativa: gli consente di mappare il territorio
  • Esplorativa: gli consente di prendere informazioni sul territorio
  • Sillegica: prendere in bocca qualcosa di interessante e portarla in un luogo sicuro
  • Ricerca: trovare qualcosa che è nascosto
  • Predatoria: rincorrere la preda ed eventualmente mangiarla
  • Affiliativa: appartenenza ad un gruppo ristretto
  • Comunicativa: lo aiuta a capire le motivazioni degli altri e a comunicare le proprie
  • Epimeletica: desiderio di prendersi cura dei membri della sua famiglia
  • Et-epimeletica: richiesta di cure
  • Somestetica: esplorare il proprio corpo
  • Sociale: ricerca di amici: si distingue in intra-specifica (fra cani) e inter-specifica (con altri non appartenenti alla stessa specie)
  • Territoriale: difendere gli spazi da lui occupati
  • Protettiva: tutelare i membri della sua famiglia
  • Possessiva: possedere cose che hanno valore per il cane
  • Competitiva: conquistare risorse
  • Collaborativa: fare le cose insieme agli altri

La personalità dei cani

La specie cane ha un suo etogramma specifico, ma ogni individuo appartenente a questa specie ha una sua personalità che in qualche modo declina l’etogramma. La personalità di un cane funziona e si modifica attraverso le interazioni con l’ambiente e le relazioni con gli altri animali, noi compresi.

Capire la personalità del cane è fondamentale per capire le origini dei suoi comportamenti e cercare quindi di farlo felice.

In ogni cane la trilogia mentale differisce da quella di un altro cane, anche se appartenenti alla stessa cucciolata. Ogni individuo nasce con un corredo genetico proprio della specie e della razza ma questo non deve essere immaginato come una sorta di gabbia all’interno del quale il cane può muoversi. Nell’arco della sua vita una motivazione poco presente può diventare, a causa delle esperienze che affronterà, molto più presente e quindi in quell’individuo si noteranno dei comportamenti che differiscono in parte dalle motivazioni di razza.

Infatti, secondo la teoria del darwinismo neurale di Gerald Edelman, le connessioni fra i neuroni (che permettono le funzioni del cervello) sono sottoposte a selezione nel corso della crescita e dello sviluppo. Ciò significa che non rimangono uguali, ma aumentano o diminuiscono a seconda di quanto sono utili per la sopravvivenza dell’individuo.

Gli individui, quindi, non sono prigionieri del loro patrimonio genetico ma hanno la libertà di cambiare e di modificarsi. Questo spiega inoltre perché si comportano in maniera diversa a seconda delle fasi della loro vita.

Dal punto di vista dell’educazione e della rieducazione comportamentale tutto ciò ci fornisce numerosi strumenti di intervento e relega il metodo coercitivo alla preistoria del rapporto con il cane. Se il cane scappa durante una passeggiata per rincorrere i fagiani non ci sta facendo un dispetto né si mostra disobbediente, ma sta mettendo in atto un comportamento che fa parte del suo corredo etologico e che è causato da un’alta motivazione predatoria.

Le motivazioni non si possono eliminare e il tentativo di eliminarle in maniera coercitiva causa nel cane frustrazione ed emozioni negative. Se la motivazione predatoria, per esempio, non la può esprimere sui fagiani la dirotterà su altro.

La buona notizia è che possiamo aumentare le altre motivazioni che possono essere più utili a renderlo felice: il gioco aumenta la motivazione collaborativa, quando lo alleniamo a riportare la palla aumenta la motivazione sillegica; i giochi di naso aumentano la motivazione della ricerca ecc. ecc.

Le motivazioni, quando sono espresse, portano il cane ad uno stato di benessere e soddisfazione psico-fisica.

Ma attenzione, perché non sempre sono sinonimo di felicità. Alcune motivazioni possono diventare un motivo di “rifugio” da situazioni psicologicamente pesanti. Se si ha un cane con una forte motivazione epimeletica questi potrebbe, per esempio, cercare le carezze di persone estranee quando si trova in un’area cani con altri cani che lui ritiene essere fastidiosi. In questo caso compensa con le carezze lo stress che prova nello stare con cani che lo terrorizzano o infastidiscono.

Le motivazioni, l’arousal e le emozioni sono quindi gli strumenti che il cane ha per capire il mondo ed affrontare la vita.

Conoscere le motivazioni della specie cane è il primo passo per una convivenza basata sul rispetto di due membri appartenente a specie differenti.

La rieducazione comportamentale chiede tempo e non la si può incasellare in 10 incontri piuttosto che 20. Tutto dipenderà dal cane, dalle sue motivazioni, dall’appreso e dalla storia della sua vita. Molto, anzi tanto, dipenderà dall’impegno che l’umano metterà nel voler risolvere i problemi del proprio cane lavorando alacremente tutti i giorni secondo le indicazioni del tecnico di riabilitazione comportamentale.

I miracoli non esistono, la scienza sì. Quindi a lavoro!

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